L’economia circolare ha un senso sia ambientale che commerciale. Nell’economia circolare, la crescita non richiede più una crescente estrazione e consumo di risorse, energia, acqua e materie prime primarie. Ci sono meno sprechi e prodotti e risorse mantengono il loro valore nell’economia il più a lungo possibile. L’economia circolare ha bisogno di più della tradizionale R&S o di un approccio frammentario alle tecnologie: ha bisogno di cambiamenti in interi sistemi e sforzi congiunti di ricercatori, centri tecnologici, industria e PMI, settore primario, imprenditori, utenti, governi e società civile. Ha bisogno di quadri normativi abilitanti e di ulteriori investimenti pubblici e privati, in termini di innovazione.

In che modo le aziende possono incorporare i principi dell’economia circolare nelle loro operazioni di ricerca e sviluppo?

Oggi le imprese hanno bisogno di nuove strategie e modelli aziendali per salvaguardare la redditività e la competitività oltre che il patrimonio delle risorse naturali. In effetti, le aziende possono rispondere alle sfide della sostenibilità in modo diverso, in modo proattivo o difensivo, a seconda dei modelli e delle priorità di business. Alcune aziende promuovono iniziative verdi e circolari per perseguire la «leadership etica» e generare impatti positivi sull’immagine aziendale, ma altre aziende mirano principalmente alla riduzione dei costi attraverso un migliore utilizzo delle materie prime mentre altre aziende si concentrano sul consumo e sul risparmio energetico.

 Come può essere la gestione dell’innovazione per quanto riguarda l’economia circolare?

La realizzazione dell’economia circolare implica diversi cambiamenti. Ad esempio: i ) cambiamenti comportamentali da parte dei consumatori, che hanno bisogno di abbracciare stili di vita e modalità di consumo differenti ; ii) modifiche normative, che comportino, ad esempio, l’introduzione di incentivi pubblici o nuove normative in materia di prodotti a fine vita e materie prime secondarie. Pertanto l’innovazione, intesa strettamente come “innovazione tecnologica” non è l’unico driver, ma in casi specifici è un fattore abilitante fondamentale. Tre tipi di cambiamenti dell’Economia Circolare per quanto riguarda l’uso della tecnologia nella catena del valore dei prodotti sono i seguenti:

Prodotti/servizi che rappresentano una soluzione completamente nuova, basata molto sulla tecnologia e meno sui comportamenti specifici dei consumatori. Le plastiche biodegradabili sono un esempio di questa classe, che ha già conquistato alcune quote di mercato;

Prodotti/servizi dove la tecnologia è di secondaria importanza, ma dove il comportamento dei consumatori è fondamentale e l’adattamento a un diverso stile di consumo è un fattore chiave di successo. L’esempio portato nella citata pubblicazione è la diffusione dei negozi senza imballaggi;

Prodotti/servizi dove lo stile dei consumatori è fondamentale e dove la tecnologia è il fattore chiave. Esempi di questo tipo sono i servizi di sharing economy (es. biciclette, auto e persino lavastoviglie), dove l’uso di piattaforme digitali facilita l’implementazione del modello di business.

In che modo le aziende possono utilizzare la cooperazione tra le parti interessate e le reti di settore per guidare lo sviluppo di nuove tecnologie di economia circolare?

Una prospettiva abbastanza vicina per conoscere le esigenze delle aziende e abbastanza ampia per vedere le possibilità di crossover e cooperazione, contattando direttamente con una buona conoscenza del/i settore/i industriale/i e della/e regione/i, in termini di innovazione. Un buon modo per creare consapevolezza e ispirare è mostrare buone pratiche ed esempi di successo. Il ruolo di aumentare la consapevolezza e ispirare gli stakeholder sembra più adatto alle organizzazioni che alle autorità regionali, molto probabilmente perché le organizzazioni di cluster sono più vicine agli stakeholder e usano lo stesso modo di parlare.